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venerdì 31 agosto 2012

MI METTO IN PROPRIO: LA SRL SEMPLIFICATA PER STURT UP-01) UN'ESPERIENZA "FAI DA TE"

AVVERTENZA: Iniziamo oggi una serie di interventi dedicati agli strumenti legislativi (specie societari e fiscali) a disposizione di chi, per necessità o scommessa, decida di "mettersi in proprio", ossia di gestire a proprio rischio la carriera lavorativa. Potrà sembrare questa tematica esulante da questo Blog, che ha registrato prevalentemente temi e discussioni relativi alla tematica lavoristica, ma secondo Noi, i confini del "problema lavoro" non coincidono necessariamente con gli angusti confini del "diritto del lavoro". Oggi, cominciamo con uno strumento "nuovo di zecca" (e molto discusso) la cd Società a responsabilità limitata semplificata (SrlS) concepita dal DL 24/01/2012 per le start up di imprenditori infra-35enni e poi estese dal DL 83/2012, anche per soggetti di età superiore.

Mettersi in proprio! Una parola. Cosa passa per la mente di tanti lavoratori che, anche rinunciando volontariamente ad uno stipendio magari magro, ma comunque fisso, decidono di affrontare i marosi dell'impresa, non è semplice dirlo. Riteniamo pertanto inutile dilungarci in tanti discorsi che porterebbero solo molto fumo e poco arrosto. Si sa, l'auto-imprenditorialità è una materia che necessita non di maestri (di teoria), ma di testimoni di vita vissuta. Ed ecco che noi, per iniziare, consideriamo la vicenda di Stefano, riportata da TECCE e MORELLO nel libro Contro i Notai (Ponte delle Grazie, 2011), che, prima dell'entrata in vigore della Srls, aveva già trovato "in proprio" una soluzione analoga. La sua testimonianza è preziosa, per comprendere i bisogni, le esigenze reali e sommerse dell'imprenditore, per non cadere nell'astratta modellistica gestionale e societaria.

"[Stefano, Ndr] di professione fa l'imprenditore in campo informatico, "sebbene mi renda conto [sono parole di Stefano, Ndr] che imprenditore sia un titolo eccessivo. Diciamo che assieme ad un Socio coordino consulenze per tante piccole Società, alcune medie e poche grandi, proponendo soluzioni per ottimizzare le spese di PC, telefonia fissa e mobile". Un cambio di vita radicale: fino al 2010 lavorava in un laboratorio e Computer e Telefonini si limitava a ripararli, non a renderli economicamente sostenibili. Poi la svolta: "Chiacchierando con i Clienti, ho visto quanta ingenuità c'era nel loro approccio con il mondo digitale. E ho capito quanto avrebbero potuto risparmiare dando ascolto ai consigli giusti. Io e la persona che mi affiancava in quello stanzino seminascosto dietro una tenda saremmo diventati i loro Cyrano".
Trovato il coraggio di mollare uno stipendio fisso, "durante una cena che non dimenticherò mai", c'era la burocrazia da sistemare prima di dare le dimissioni e partire. L'idea iniziale era quella di una Società a Responsabilità limitata, una SRL. "Mi avevano spiegato che alcune aziende non trattano con i privati, ma solo con Società di Capitali. Soprattutto, quando si interviene nella pianificazione, i Consulenti devono offrire garanzie ed essere ritenuti affidabili" (neretto Nostro, NdR).
Peccati che costituire una SRL non sia esattamente una passeggiata della salute.
"Mi sono messo a studiare, serviva lo Statuto, un capitale sociale di almeno 10.000 Euro, da versare in un istituto di credito. E poi l'atto costitutivo, da sottoscrivere di fronte ad un Notaio, che nel giro di tre settimane dalla stipula lo avrebbe depositato presso il Registro delle Imprese". L'ordinamento, infatti, esige l'atto pubblico e qui dunque entra in gioco il Notaio.
"Entro a gamba tesa in verità- scherza Stefano- la nostra era la SRL più scalcinata del mondo, eravamo due soci alla pari con Euro 5.000 l'uno. Sai quanto ci ha chiesto uno Studio? Per la precisione 1.612 Euro, quasi un sesto dei soldi che avevamo deciso di investire. Una follia, un insulto, una cosa senza senso".
Scaldandosi tira fuori un preventivo scritto a penna, in una grafia arrotondata, in due fogli bianchi senza intestazione. Riportiamo per difetto, visto che i punti erano esattamente una dozzina: "onorario di atto", "diritto di redazione dei moduli per il Registro delle Imprese", "Rimborso spese generali di studio" e tutta una sequela di diritti con rimando a leggi e regolamenti.
"Non ho mai messo in dubbio l'onestà del Notaio" risponde Stefano più calmo "ma tra costi del Commercialista per uno Statuto che avesse senso, e questo salasso il nostro sogno stava per naufragare. Non è che non li avessimo quei soldi, ma vedevo quella spesa come inutile, come un presagio di tutti i balzelli, le tasse e le varie ed eventuali che avremmo dovuto sostenere".
A soccorrerli, provvidenziale, un amico comune che lavora nell'Ufficio Marketing di una Multinazionale.
Poche parole, "dette allo Stadio durante l'intervallo di un derby", ma di quelle che cambiano la vita: "Perchè non fate una LDT? Noi lavoriamo con tante e sono serissime". Stefano e Manuele, questo il nome del suo Socio, non avevamo un'idea di cosa fosse una LDT, ma scoprirlo li ha portati ad accettare di corsa il consiglio.
"Che cos'è? Elimina tutto quello che viene richiesto per una SRL: non esiste capitale minimo, dunque non serve effettuare investimenti a terzi. Basta depositare la documentazione presso un'Autorità che effettua delle verifiche formali e poi emette il certificato di costituzione, una specie di atto di nascita, con il numero di registrazione. Soprattutto non è necessario l'atto pubblico, basta una Scrittura privata. Dunque il Notaio è inutile".
E' la soluzione all'inglese, l'equivalente Made in UK della Ns. SRL: veloce perchè tutte le formalità si possono completare nel giro di 24 ore; con una tassazione più bassa, pari al 21 per cento fino a 300.000 sterline, contro il 33 nostrano; più snella dal punto di vista giuridico, procedurale e burocratico. "Ci ha reso concorrenziali nelle tariffe e veniamo visti con grande favore all'estero, quando dobbiamo operare con filiali locali di grosse compagnie. Con quella parola 'limited', in fondo, al nome ci diamo un tono, respiriamo un pò d'aria internazionale".
"Sono onesto: per come sono andate le cose oggi, quei 1600 euro sono poca cosa, li avremmo ammortizzati in fretta. Ma all'inizio erano una barriera enorme. Proprio non capisco perchè lo Stato non metta mai il naso fuori dai suoi confini, non faccia qualcosa per incoraggiare, piuttosto che per scoraggiare. Anche senza Notai, si può iniziare benissimo a fare impresa, è proprio vero che siamo la Patria della forma, senza sostanza".

Così il racconto di Stefano e Manuele secondo TECCE e MORELLO.
Un racconto fresco e simpatico, che porta con sè la complessa sfera operativa ed emotiva in cui si trova l'imprenditore che avvia una sturt up (e per questo cui fare una certa "tara", come per tutti i vissuti soggettivi).
Aldilà dei limiti intrinseci, comunque, questo racconto è molto utile, perchè focalizza alcuni ordini di problemi cui il legislatore ha cercato di far fronte con l'emanazione della SRLs (SRL semplificata):

a) Creare opportunità occupazionali e di auto-impiego credibile per giovani;
b) Come tutelare gli investimenti in settori "trainanti" dell'economia (specie verso l'estero), ma penalizzati per la difficoltà di accesso al credito (e per la quale la Srl diventa un comodo sostitutivo in termini di "auto-finanziamento");  
c) Come semplificare la burocrazia e la giungla degli adempimenti amministrativi dell'impresa in sturt up, specie con riguardo al discusso ruolo combinato del Notaio e della Camera di Commercio (Registro Imprese), in cui non pochi vedono inutili doppioni (a margine diremo che il DL di gennaio ha cercato di porsi il problema di evitare che la Srls diventi strumento poco trasparente per costituire imprese di comodo, sotto-capitalizzate e magari vettori di "denaro sporco");
d) La variante fiscale (variante decisiva, ma ignorata dal DL di gennaio e dal DL di giugno);

La SRLs è stata in questo senso salutata come una decisiva "sprovincializzazione" della normativa italiana, come passo in avanti verso la "Modernizzazione" del diritto societario non solo in conformità ai bisogni reali dell'impresa, ma anche dei parametri europei (perennemente invocati, in queste circostanze, ma non sempre a proposito). Ma quanto c'è di realmente riformatore nella legge? Quanto di "effetto annuncio"?
Nei prossimi interventi, daremo un primo resoconto di come l'attuale normativa italiana delle SRLs risponde agli impellenti bisogni di coloro che intendono "mettersi in proprio" lanciandosi nei settori economici più innovativi.

Dr. Giorgio Frabetti
Consulente d'Azienda in Ferrara

     

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