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giovedì 29 maggio 2014

JOBS ACT E LA REGOLA DEI 36 MESI: UN CASO

Quesito:
Il contratto a termine di una Dipendente raggiunge 36 mesi massimi il prossimo 31/08/2014.
Con il Jobs Act, per prolungare il contratto in deroga avanti la DTL, ci vuole la causale?

Risposta:
Il Jobs Act ha confermato, per i contratti a termine, la regola della durata massima dei 36 mesi, ampliandola, prevedendo cioè che essa si applica non più solo ai casi di "successione dei contratti", ma anche ad un contratto unico, che non può in nessun caso essere di durata massima superiore ai 36 mesi (prima, invece, era possibile stipulare un contratto a termine originariamente superiore ai 36 mesi).
Il Jobs Act non ha innovato la procedura descritta dall'art. 05 D.lgs. 368/2001, che ammette la possibilità di un solo contratto ulteriore rispetto ai 36 mesi, a condizione che vi sia l'autorizzazione della DTL e l'assenso del rappresentante sindacale.
Attualmente, nel silenzio della norma, un'interpretazione sistematica dell'art. 05 coordinata con la nuova ratio del Jobs Act, costringe ad interpretare l'autorizzazione della DTL come mero assenso al prolungamento, senza con ciò intendere che la DPL debba imporre causali tecniche, organizzative e produttive.
Questa è l'interpretazione attualmente più logica e conseguente al dettato normativo.

Dr. Giorgio Frabetti, Profilo Linkedin: http://www.linkedin.com/profile/view?id=209819076&goback=%2Enmp_*1_*1_*1_*1_*1_*1_*1_*1_*1&trk=tab_pr 

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