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venerdì 2 ottobre 2015

CONVALIDA DIMISSIONI, LE NUOVE REGOLE DEL L'ART. 26 DLGS 15 1 2015 - PRIME NOTE

Con il cd “Decreto di semplificazione” varato, in via definitiva, nella seduta del Consiglio dei Ministri del 4/9 us., è stata modificata la procedura della cd “convalida” delle dimissioni (“dimissioni in bianco”), introducendo un regime di tassativa telematizzazione della procedura di convalida.
Le dimissioni raccolte in altro modo (anche avanti la DTL, ma non raccolte con canale telematico) non saranno efficaci.
Secondo le nuove disposizioni, il lavoratore potrà revocare le proprie dimissioni e la risoluzione consensuale con le stesse modalità (telematiche) entro 7 giorni dalla trasmissione del modulo.
La trasmissione dei moduli potrà avvenire anche tramite Patronati, OO.SS., Enti Bilaterali e Commissioni di certificazione.
Queste regole non si applicano al lavoro domestico e nel caso di dimissioni o risoluzione consensuale intervenute in sede protetta (art. 2113.4°comma Codice Civile) ovvero avanti le Commissioni di certificazione (art. 76 D.lgs. 276/03).
Salvo che il fatto costituisca reato, il Datore di Lavoro che alteri i moduli è punito con la sanzione amministrativa da € 5.000 a € 30.000: accertamento e irrogazione della sanzione sono di competenza della DTL e si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni ex. l. 689/1981.
Queste disposizioni attualmente non sono in vigore.
Il comma 8 dell’art. 26 prevede che le nuove regole sulla convalida delle dimissioni si applicano a partire dal 60° giorno dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del dm attuativo delle nuove dimissioni telematiche. Da questa data, dovranno ritenersi abrogate (e, conseguentemente, disapplicate) le precedenti norme.
Ma sul punto, ci riserviamo ulteriori e necessari aggiornamenti.
Qui di seguito, il testo dell’art. 26, come vigente.

Decreto Legislativo 14 settembre 2015, n. 151 (in Gazz. Uff. 23 settembre 2015, n. 221, S.O.).
Disposizioni di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183.

Art. 26. Dimissioni volontarie e risoluzione consensuale.

1. Al di fuori delle ipotesi di cui all'articolo 55, comma 4, del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, e successive modificazioni, le dimissioni e la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro sono fatte, a pena di inefficacia, esclusivamente con modalità telematiche su appositi moduli resi disponibili dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali attraverso il sito www.lavoro.gov.it e trasmessi al datore di lavoro e alla Direzione territoriale del lavoro competente con le modalità individuate con il decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di cui al comma 3.
2. Entro sette giorni dalla data di trasmissione del modulo di cui al comma 1 il lavoratore ha la facoltà di revocare le dimissioni e la risoluzione consensuale con le medesime modalità.
3. Con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, da emanare entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, sono stabiliti i dati di identificazione del rapporto di lavoro da cui si intende recedere o che si intende risolvere, i dati di identificazione del datore di lavoro e del lavoratore, le modalità di trasmissione nonché gli standard tecnici atti a definire la data certa di trasmissione.
4. La trasmissione dei moduli di cui al comma 1 può avvenire anche per il tramite dei patronati, delle organizzazioni sindacali nonché degli enti bilaterali e delle commissioni di certificazione di cui agli articoli 2, comma 1, lettera h), e articolo 76 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276.
5. Salvo che il fatto costituisca reato, il datore di lavoro che alteri i moduli di cui al comma 1 è punito con la sanzione amministrativa da euro 5.000 ad euro 30.000. L'accertamento e l'irrogazione della sanzione sono di competenza delle Direzioni territoriali del lavoro. Si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui alla legge 24 novembre 1981, n. 689.
6. All'attuazione del presente articolo si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie già disponibili a legislazione vigente e comunque senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato.
7. I commi da 1 a 4 non sono applicabili al lavoro domestico e nel caso in cui le dimissioni o la risoluzione consensuale intervengono nelle sedi di cui all'articolo 2113, quarto comma, del codice civile o avanti alle commissioni di certificazione di cui all'articolo 76 del decreto legislativo n. 276 del 2003 .
8. Le disposizioni di cui al presente articolo trovano applicazione a far data dal sessantesimo giorno successivo alla data di entrata in vigore del decreto di cui al comma 3 e dalla medesima data sono abrogati i commi da 17 a 23-bis dell'articolo 4 della legge 28 giugno 2012, n. 92.

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